| LE BORGATE MARINARE : storia e cultura. I pescatori/marinai sono gli ultimi aédi che cantano il presente, affondando la loro conoscenza nel passato prossimo e remoto, sia pure in maniera del tutto inconscia. Sono i cantastorie che tramandano i racconti ereditati dai padri e dai nonni e quello che questi ultimi avevano appreso dagli “antichi” assumendo per verità inconfutabili quel miscuglio di storie che nasce dal mito e dalla realtà, che spesso interagiscono quando si vive e si opera in un contesto diverso da quello quotidiano, qual è appunto il mare con i suoi pericoli, i suoi segreti e i suoi misteri. Questi stessi pescatori/marinai, raccontano le loro avventure e ci si rende conto che in tutta sincerità, spesso vivono come assolutamente reali – e sorge il dubbio che lo siano davvero – fatti e avvenimenti che fanno parte del bagaglio folkloristico e culturale L’immaginario dei ceti popolari (in tutta Europa) è legato al mare più di quanto non lo sia stata la società ufficiale. Il collante è costruito sia da una loro più diretta partecipazione alle attività legate al mare, sia dal patrimonio di credenze e pregiudizi da queste alimentato. Nell’area mediterranea, da sempre, le comunità impegnate nell’attività marinara, hanno utilizzato un repertorio di segni talmente omogeneo da non lasciare spazio a incertezze sul loro valore simbolico. Forme di organizzazione della vita e del lavoro sono rimaste quasi intatte nei loro caratteri essenziali, e continui contatti tra porti e centri marinari hanno consentito la diffusione di credenze, usi e costumi. Tale cultura di cui è detentore il pescatore, vivrà finché esisterà il mare. (D’Agostino) | | Pagina e link collegati a cura dell'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture". | | |
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