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Militello Rosmarino (Messina)
 
 
 
 
 
 
 

 

   In corrispondenza delle antiche linee di riva che incidono le propaggini dei monti Nebrodi intorno al territorio del comune di S.Agata Militello, si riscontrano due insediamenti: S.Teodoro e Scordoni, risalenti al Paleolitico Superiore.


   In questi insediamenti, si presume che la vita organizzata si sia succeduta quasi ininterrottamente fino alla media età del bronzo (1400-1300 a.c.), quando per via delle continue incursioni da parte di popolazione bellicose provenienti dalle coste della penisola, si staccarono da essi alcuni nuclei, che andarono a fondare nuovi villaggi come quelli di Monte Scurzi e Priola, quest’ultimo in territorio santagatese.


   Il villaggio indigeno, sito in contrada Priola è rimasto in vita fin oltre il III secolo a.c.; la preoccupazione principale di tale villaggio era la sicurezza, come dimostrato dalla sua disagevole posizione.


   A Scurzi, sono stati effettuati saggi di scavo, che hanno portato alla luce nell’ambito del villaggio ceramiche, fuseruole e fittili che fanno ritenere la pratica della filatura e tessitura una voce importante per l’economia di quelle genti; quest’insediamento si estinse intorno al V secolo a.c.


   Numerose sono le memorie di ritrovamenti di reperti romani.


   Con il disfacimento dell’impero romano questo territorio, pertinente a latifondi, dove continua ad esistere una frequentazione a scopi agricoli, era interessato per la sua vicinanza alla costa e al principale percorso costiero, dalle vicende militari ed economiche che porteranno ad una progressiva aggregazione in casali internati e all’affermarsi dell’elemento greco-bizantino.


   La conquista normanna della Sicilia, dalle prime incursioni al definitivo assoggettamento, durò circa trent’anni (1060-1091). All’arrivo normanno gli abitanti di queste terre si sentirono liberati dall’oppressione araba.


“La storia di Militello Rosmarino è la storia dei grandi eventi e di autentici personaggi, di un popolo laborioso, colto, timorato di Dio. Una storia lenta, ma graduale che nella sottigliezza delle ricerche e nell’accettazione dei molti amichevoli consigli, ha un suo pensiero che certamente è di derivazione classica”


   Sono due, secondo l’interpretazione del Dizionario Topografico della Sicilia del Vito Amico, le possibili spiegazioni etimologiche di Militello.


   La prima è mitologica e si riferisce al carattere forte e bellicoso degli abitanti.


   La radice etimologica “Militum tellus”, si riferisce infatti, ad un agglomerato urbano costruito dai soldati che, dopo la morte di Archimede, fuggiti da Siracusa, si stanziarono nel territorio collinoso al di sopra di quella che in seguito, diventerà S.Agata.

   La seconda ipotesi, vuole che Militello prenda il suo nome dalla ricca e fiorente produzione di miele, propria del territorio (melis tellus).


   Tuttavia, è possibile rintracciare anche una terza interpretazione, che fa specifico riferimento alla conquista della Sicilia da parte dei Normanni, i quali erano già stanziati in Calabria. Venuti in Sicilia, questi ultimi, vollero, probabilmente, ripetere i toponimi delle due città calabresi a loro più care, cioè Mileto e S. Marco di Calabria, finendo per nominare due delle città del messinese rispettivamente S. Marco d’Alunzio e Miletellum (piccola Mileto).

   Rocco Pirri, nella sua opera “Sicilia Sacra” nomina le “civitates et castella”, assegnate dal Gran Conte Ruggero tra il 1081 ed il 1082, alla Diocesi di Troina; fra di esse individua anche Miletum.


   Nel 1197-98, nella “Sicilia Sacra” della Diocesi di Messina, si elencano le terre ad essa appartenenti, ancora una volta compare Miletum.


   Dalle notizie riportate, notiamo come Militello sia sempre nominata accanto a S.Marco e come nel 1082 e nel 1198, fu chiamata Mileto e nel 1176, Militello. La citazione di Militello, compare anche negli Atti della Regia Cancelleria Aragonese.


   Sono scarse le notizie che abbiamo dei primi secoli della vita di Militello, per la mancanza di documenti.

 

 

 
 
 
 
 

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