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Modica (Ragusa)
 
 
 
 
 
 
 

 

 

   MODICA – Antica capitale della Contea. Le antichissime origini di Modica e le vestigia in essa raccolte testimoniano la bellezza di un sito dove il tardo barocco e qualche illuminato esempio di liberty predominano quasi in modo assoluto. Rendono il grado di civiltà di una comunità che si sviluppa per secoli in quella che fu la capitale di un'antica e potente Contea, il cui territorio, in pieno medioevo, si estendeva sino alle porte di Palermo. “Un regnum in regno” grazie al quale la Contea vantava proprie leggi e consuetudini (il Conte batteva moneta) che fecero della città un fiorente centro commerciale e agricolo. Questo grazie anche alle tecniche introdotte dagli ebrei e dagli arabi che convissero sino alla fine del quattrocento, assieme agli spagnoli e ai normanni, in serenità e prosperità. La sua storia in qualche modo ha influito fortemente sull'impianto del tessuto urbano. Ricostruita dopo il terremoto del 10 gennaio del 1693 Modica offre al visitatore un aspetto singolare. Un sorta di “melograno spaccato” la definì Bufalino nel suo “Argo il Cieco”; la città più caratteristica d'Italia dopo Venezia come riporta nella prima edizione della Enciclopedia Treccani. Il riferimento è alle strade principali, costruite dopo l'Unità d'Italia, che non esistevano perché al loro posto c'erano le cave dove scorrevano i fiumi.

 

   Le sponde erano collegate con dei ponti. Visitare Modica è come penetrare all'interno di una città aerea. Nella diversità delle quote altimetriche, dove si adagiano interi quartieri, si concentrano, nella spazio di una fazzoletto, i monumenti più suggestivi. La torre del castello dei Conti sembra rincorrere le guglie centrali di San Pietro e San Giorgio, mentre una paesaggio da presepe caratterizza l'assetto urbanistico del centro storico, diviso in Modica Alta e Bassa. Modica, dal 2002, fa parte dei Beni dell'Umanità dell'Unesco. Immancabile la visita al palazzo della Cultura, nel cuore del centro storico, con i suoi musei, la “Casa della Poesia” e l’archivio “Salvatore Quasimodo” esposto nella sala grande. Modica ha, infatti, dato i natali al nobel per la letteratura, (Stoccolma, 1959), Salvatore Quasimodo. La casa natìa è meta di numerosi visitatori. Il Museo Civico conserva l'Ercole di Modica, uno statua bronzea di pregevole fattura del periodo ellenistico. Poi il museo delle arti e tradizioni popolari dedicato a “Serafino Amabile Guastella” nel ristrutturato palazzo dei Mercedari, il Teatro Garibaldi, con il grande tondo nel plafond della platea della “ Scuola di Scicli” che vede Piero Guccione come caposcuola, dove si svolgono stagioni di prosa e di concerti facendo della città uno dei poli culturali più interessanti della Sicilia orientale. Il Teatro è sede dell'omonima Fondazione. ll quadro si completa e con la Facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Messina.

 

   Il recupero del centro storico è stato reso possibile da una politica accorta dell'amministrazione comunale che ha messo in atto una strategia per una sua migliore vivibilità che è stata possibile grazie al mantenimento e al potenziamento in sito delle maggiori istituzioni cittadine. E’ stato favorito un restauro sulla scorta di un manuale di intervento per il centro storico - supportato da finanziamenti pubblici ( Le “Vie del Barocco”). Modica è il più importante centro avicolo da Roma in giù: un milione di uova prodotti al giorno per i mercati del Sud d'Italia. In Città opera un Polo Commerciale, tra i più grandi della Sicilia, che cintura l'agglomerato urbano e dove operano circa 1000 addetti; Modica è famosa per il suo cioccolato prodotto ancora con il metodo originale, quello degli Atzechi e poi ispanico, che concretizza un prodotto singolare e molto di tendenza per i golosi del “Cibo degli dei”. Un cioccolato speziato che ha reso la città famosa nel mondo. Da rilevare l’mpanatigghia: cioccolato misto a manzo dal sapore inarrivabile. Ogni anno si tiene in Città ChocoModica: un riconoscimento alla città come Polo Sud del Cioccolato. Significativa la produzione di olio quella che fa capo al territorio di Frigintini: uno dei primi d'Italia per i sapori fruttati. Nella tavola si esaltano ancora i prodotti tipici: focacce, pastieri, pasticci, il pane casereccio e la fava cottola. Adesso anche il gelato ha trovato il suo riconoscimento. Modica è infatti inserita a pieno titolo nelle città del Gelato. Appendice Modica, alla data del 1 gennaio 2013, conta 54112 ( dato ISTAT); ha una superficie di 292,37 Km2 e una densità di 185,08 ab. /km2. I suoi abitanti si chiamano modicani.

 

   Modica è uno dei Comuni più grandi e popolati del Sud-Est siciliano. Essa è raggiungibile dall'aeroporto di Catania collegato con l’autostrada che giunge oggi sino a Rosolini e da quì si continua Modica (un’ora e dici minuti il tempo di percorrenza) o deviare per la superstrada (lo svincolo è sull’autostrada) per Ragusa, la ss 194; dall’aeroporto “Pio La Torre” di Comiso a mezz’ora di strada da Modica. Le origini della Città sono antichissime. Le sue quattro colline da cui trae il toponimo (dall'indoeuropeo Moth = collina e uc = molte) sono ampiamente traforate da un insieme di ambienti trogloditici abitanti dal secondo- terzo millennio A.C. Nel 1250 a.c. fu avamposto siculo. Mantenne la sua autonomia anche alla venuta dei Greci (VII sec. A.C.) con i quali intrattenne scambi commerciali. Durante l'occupazione romana (III sec. A.C.) fu città decumana citata da Cicerone in un ampio passo delle Verrine. Alla caduta dell'impero romano Modica entrò a far parte dell'Impero D'oriente. Dopo circa due secoli di denominazione araba, fu conquistata dai Normanni e passò quindi agli Angioini fino ai Vespri Siciliani (1282). Con i nuovi dominatori, gli Aragonesi, fu Contea infeudata alla famiglia Mosca e quindi nel 1296 ai Chiaramonte che la tennero per circa un secolo, fino al 1392 data in cui fu assegnata a Bernardo Cabrera. Modica da allora divenne per editto di Martino I, Re di Sicilia, “regnum in regno”. Il Conte batteva moneta e godeva di uguali privilegi di quelli esercitati dal Sovrano nel resto della Sicilia e che valevano entro il perimetro geografico della Contea che si estendeva sino alle porte di Palermo. Dai Cabrera, la Contea passo agli Henriquez ed ebbe fine nel 1812 quanto il territorio venne ammesso al regno delle due Sicilie.

 

   Dopo aver dato il suo importante contributo al Risorgimento, la città fu capoluogo di Circondario fino al 1926 anno in cui, preferendole come capoluogo di Provincia Ragusa, la Città dovette abbandonare il suo rango di Capitale. Modica per due importanti monumenti, La Chiesa di San Pietro a Modica Bassa e per San Giorgio a Modica Alta è entrata a far parte nel giugno del 2002 nel patrimonio dell'umanità dell'Unesco. L'itinerario ideale può partire dalla Chiesa di San Pietro, dedicata al santo patrono della Città in stile tardo barocco e neo classico è a tre navate sulle cui scalinate si trovano le statue dei dodici apostoli. Accanto alla Chiesa in una suggestiva stradina sorge la chiesetta rupestre di San Nicolò inferiore risalente al XII secolo A.C. Salendo per Via Posterla si giunge alla casa natale di Salvatore Quasimodo, premio nobel per la letteratura, figlio illustre della Città, assieme allo scienziato filosofo Tommaso Campailla, vissuto nel XVII secolo, famoso per le sue botti per la cura contro la lue. A Modica è visitabile il suo gabinetto medico, nell’omonimo palazzo. Continuando per Via Castello si arriva al Castello dei Conti di Modica oggi in via di recupero e prossimo alla consegna. A pochi metri l'imponente Duomo di San Giorgio con la sua monumentale scalinata di 250 gradini. La chiesa a 5 navate custodisce pregevoli opere come il polittico del XV secolo. A Modica Alta si trova la chiesa di San Giovanni edificata nel XII secolo e dai vicoli adiacenti si giunge al Pizzo il punto più alto della Città.

 

   A poca distanza la Chiesa di Santa Maria del Gesù con l’annesso chiostro uno degli esempi più belli del gotico chiaramontano. Nella parte bassa notiamo il Teatro Garibaldi, la Chiesa di Santa Maria di Betlemme, oltre al Museo civico “Franco Libero Belgiorno”. Da visitare infine Cava Ispica con il suo Parco Archeologico, un sito rupestre monumentale fra i più ricchi ed estesi d'Europa. Il tour virtuale non può che comprendere le due chiese maggiori, di cui abbiamo parlato, San Pietro e San Giorgio, poi il Castello dei Conti e i palazzi dallo stile tardo barocco che si affacciano sulle vie e le piazze della Città: Palazzo Tommasi Rosso, Palazzo Ascenzo, Palazzo Rosso-Cannizzaro, Palazzo Grimaldi, Palazzo della Cultura, sede dei musei cittadini. Al centro dell'enogastronomia locale sicuramente la produzione del cioccolato modicano per cui la Città è resa ormai famosa in tutto il mondo. Quì si producono circa due milioni e mezzo di tavolette l'anno. Ottima la qualità dell’ olio. Quello di frigintini si fregia della denominazione di origine controllata. Buona la qualità dei formaggi. La Città è il centro avicolo più produttivo del meridione, da Napoli in giù e vanta una ricchissima e ricercatissima produzione artigianale che riguarda la lavorazione del legno, del ferro, dell'alluminio e anche oggi la moda con alcuni creazioni esclusive grazie ad importanti e affermati talenti che vivono e operano nel nostro territorio. Gli eventi sono legati a diverse tipologie di turismo.

 

   Quello religioso con la festa della “Madonna Vasa Vasa” che si svolge da secoli nel giorno di Pasqua con la Madonna che bacia il figlio risorto con una rappresentazione che si svolge nel centro storico della Città. Poi le feste di San Giorgio (23 aprile) e San Pietro (29 giugno) e della Madonna delle Grazie (seconda domenica di maggio). Il turismo enogastronomico poggia su ChocoModica che richiama centinaia di migliaia di golosoni del cioccolato. Quindi il turismo folcloristico e di tradizione come il Palio della Contea, sulla scorta di una rappresentazione che si teneva nel XVII secolo tra nobili cavalieri della Città e che si svolge alla vigilia di ferragosto. Ufficio Stampa Comune di Modica.

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 

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