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Pagina e link collegati a cura dell'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture".

 

   

  La Timpa

   La Timpa, così come viene chiamata, si estende per circa sei chilometri, inizia a Capomulini e costituisce una tipica costa ora alta con parecchi verticali, ora con pendii di inclinazione varabile, da 20 a 150 metri sul livello del mare.

   A formare la scarpata costiera, hanno contribuito numerose colate laviche sovrapposte a cui si sono intervallati tufi e brecce. La vegetazione è quella spontanea mediterranea, ma dove sono stati possibili terrazzamenti anche minuscoli, non mancano ulivi, limoni, fichidindia. (Matteo Donato)

   Dunque nel territorio delle Aci, nonostante il crescente sviluppo urbano, si trova ancor oggi una porzione di territorio semi incontaminato. Nel 1999 viene istituita la “Riserva Naturale Orientata della Timpa” con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio naturalistico e storico-architettonico.

   Percorriamo uno degli antichi sentieri un tempo chiamato “Scala d’Aci” oggi conosciuto come sentiero delle “Chiazzette” anticamente unica via di collegamento tra la città di Acireale e la piccola borgata marinara di Santa Maria la Scala. Sul percorso si incontra una deliziosa cappella dedicata al SS. Crocifisso della buona nuova, che per generazioni è stata punto di riferimento e di conforto religioso per coloro che transitavano per il sentiero.

   La strada fu costruita intorno al 1600 in parte innalzandola su arcate e baluardi e in parte incassandola nella roccia lavica.

   Il paesaggio che ne risulta è un unicum variegato di macchia mediterranea e boscaglie inframmezzate da imponenti terrazzi ancor oggi spesso caparbiamente coltivati, antichi passi, rasole e saie mastre, caseggiati padronali e rurali.

   Alle tipicità del paesaggio naturale e di quello agrario, si aggiunge il paesaggio storico con le numerose cappelle ed altarini votivi disseminati lungo i tracciati antichi percorsi, ed il complesso sistema di fortificazione del litorale, risalente al XVI secolo, di cui il bastione del Tocco è simbolica testimonianza.

   Il panorama da questa postazione è incredibilmente ampio, per tale motivo lungo il sentiero fu edificata, alla fine del cinquecento, la “Fortezza del Tocco” al fine di meglio avvistare e controllare le continue scorrerie da parte della marineria turca nei nostri mari.

   Il sentiero si immerge nella fitta vegetazione della macchia mediterranea. E’ facile immaginare con quale fatica nei secoli scorsi, questa via venisse percorsa dalle genti e dai carretti carichi di merci.

   E’ la timpa più imponente e risulta molto ben conservata, la vegetazione naturale è la più evoluta dell’area, con tratti di bosco di querce, arbusteti e macchia.

   Il limite sud della riserva “area Gazzena” è caratterizzato da “andamento a gradinate” ed aree pianeggianti, purtroppo spesso aggredite dal fuoco ed altre aree ricoperte di boscaglie. Sono tutt’ora presenti interessanti edifici rurali tra cui ei erge la presenza significativa di Villa Calanna, residenza signorile del XVIII sec., con annessi palmenti e cantina in stato di abbandono. Innumerevoli e imponenti sono le opere che giungono fino al mare: rasole, terrazzi, muretti a secco e opere di canalizzazione, testimonianze dell’antico uso agricolo dell’area.

 
 
 
 
 
 
 
 

 

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