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Torrenova Messina
 
 
 
 

 

 

   Il 16 novembre 1984 Torrenova divenne comune autonomo: in precedenza era la frazione del comune di San Marco d'Alunzio. Deve il suo nome alla presenza nella zona di tre torri militari dislocate in punti strategici erette a partire dal 1400 per l'avvistamento di pirati provenienti dal mare. Esse facevano parte del sistema di avviso delle Torri costiere della Sicilia, costruite su indicazione dell'architetto fiorentino Camillo Camilliani.

 

   La prima è la Torre Cuffari, situata a circa 400 metri dal bivio per S. Marco D'Alunzio, proprio in contrada Cuffari, posta alla sponda destra del torrente Favara, serviva come torre di avvistamento per segnalare la presenza di pericolo per gli Aluntini. Oggi di essa resta solo un rudere. La seconda è la Torre Marco, dal nome del proprietario che la costruì. Serviva per tenere sotto controllo i transiti sul torrente Favara. La Torre Marco è ancor oggi in buone condizioni strutturali. La terza ed ultima torre, che ha dato il nome al comune, si chiama Torre Gatto, dal nome del proprietario che la fece erigere, e fu chiamata anche Torre Nuova, perché la più "nuova" rispetto alle altre in quanto costruita per ultima. Principalmente venne edificata per la difesa e il controllo del nucleo urbano insediatosi nei pressi della torre. Anch'essa, così come la Torre Marco, è tutt'oggi in buone condizioni strutturali.

 

   Torrenova conta le seguenti frazioni: Cuffari, Serro Mendola, Serro Coniglio, Serro Marzo, Percacciola, Mangarone, Zappulla, Rocchetta, Fragale, Fontanelle, Casitti, Stradale, Villiti, Santo Pietro, Cerci, Cuba, Piattaforma, Laganeto basso ed alto, Pietra Roma, Rosmarino, Contrada mare.

 

   Da visitare:

 

   Torre Cuffari: Di questa Torre resta visibile il basamento e lo spigolo nord-est. È priva di segni architettonici di rilievo, ed è visibile soltanto una feritoia sul lato est. La torre, semplice ed a forma quadrangolare, ad unico ambiente, si eleva sopra un monolito, ad est del torrente favara. La costruzione, nel racconto della gente che abita in questa zona, risale, a 700 anni fa e la sua struttura attuale è identica a quella di settanta anni fa, ed è stata costruita probabilmente dalla città di Alunzio per segnalare eventuali pericoli.

 

   Torre Gatto: Prende nome da un precedente proprietario soprannominato “il Gatto”. È detta anche Torre Nova, da qui il nome del paese. Doveva avere soltanto un’importanza difensiva locale. In un elenco del 1782 è data alle dipendenze del Conte di San Marco e ad essa era annessa un’osteria. La torre è legata ad una fantasiosa leggenda: la figlia del barone venne rapita da un corsaro turco che la portò in terra di Barberia. Da qui la ragazza iniziò a spedire al padre scatole ricolme di pesce, ma al cui fondo nascondevano dell’oro che sarebbe servito per pagare l’altissima cifra chiesta per il riscatto. Ma il pascià accortosi del tranello, continuò si le spedizioni, sostituendo però al pesce fresco, brandelli dell’infelice fanciulla, così che, alla fine, fu tutta restituita al padre disperato. È una bellissima torre tardo cinquecentesca fornita di una propria dignità stilistica, ha la pianta prossima al quadrato, emergente nei suoi due piani al di sopra di un basamento appena scarpato. La sua forma è delineata da cantonali in piccoli conci, tra i quali si intessono le murature in ciotoli e pozzolana; lo stato di conservazione è perfetto sia globalmente che nei particolari, le quattro caditoie intatte, le imbotte in arenaria alle finestre del secondo piano, le bocche di lupo ed il portoncino del primo piano prive di sbrecciature, i mensoloni, i paramenti ed i costoloni del tutto integri. L’interno suddiviso da un muro di spina in due ambienti voltati a botte si ripete similmente sui due piani. I collegamenti verticali, inizialmente assicurati da fori e scale retrattili, oggi sono possibili grazie ad una pesante scala in cemento a due rampe.

 

   Torre Favara o Torre Marco: Torre Favara o Marco Si trova ad est del torrente Favara. È una Torre che nella sua struttura di base si mantiene intatta, ha caratteristiche, in parte, delle torri di tonnara, ed in parte dell. Torri di Galera. In essa si può osservare il piano superiore sottolineato da un cordolo esterno e distinto dal basamento entro cui era la cisterna. La sua forma è quadrangolare con gli spigoli di pietra squadrata ed i muri, di pietrame informe, non sono ricoperti da intonaco. Contrariamente allo stile torrario, ha la porta di ingresso a nord, mentre le aperture, oggi murate sono nello stile delle torri e quindi aperte per guardare verso il mare. Dalle caditoie, oggi murate, sporgono grosse lastre di pietra su cui dovevano esserci le torrettine per il servizio di vigilanza. La torre è detta Marco dal nome di un’antica famiglia del luogo. Una leggenda racconta che Giovanni Vincenzo Marco sposò Maria Calderone da cui ebbe quattro figli, una loro figlia , Laura, nel 1619 fu presa dai turchi per far parte dell’harem del re di Tunisi con il nome di Gelsomina. Questa entrò nelle grazie del re, tanto da diventare la preferita, per cui un suo fratello, Girolamo, in diversi viaggi a Tunisi, riuscì a trasportare in San Marco ingenti tesori che nascondeva nella pancia di tonni o altri pesci.

 

 

 
 
 
 
 

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