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Le Valli del Niceto e del Mela

 

La Valle del Niceto e la Valle del Mela, si affacciano entrambe sulla costa tirrenica messinese, offrendo all’occhio del visitatore attento uno scenario suggestivo, denso di significati ambientali, ricco di armoniosi paesaggi di rara bellezza, di Storia e di Tradizioni.

 

Forti di una Storia comune, le due Vallate sono considerate dagli studi più accreditati lo scenario di avvenimenti epici, che ebbero luogo proprio nei pressi della costa: l’antico Nauloco, il bacino navale di epoca greca, è stato infatti identificato proprio in questo lembo di terra, di fronte al quale nel 36 a.C. ebbe luogo lo scontro tra le flotte di Ottaviano e di Sesto Pompeo. Sempre nell’area si trovava anche il celebre e misterioso tempio di Diana Facellina.

 

Il turista che intendesse visitare le due Vallate dovrà essere animato da grande spirito indagatore: ivi potrà ammirare suggestivi panorami montani e costieri che si susseguono senza soluzione di continuità; luoghi che hanno conosciuto la storia, la gloria di grandi battaglie e la devastazione di feroci saccheggi e conquiste; potrà toccare con mano monumenti che si ergono maestosi e che i Sovrani del passato, ambiziosi, eressero per magnificare le proprie imprese; potrà visitare habitat naturali straordinari, caratterizzati da un’altissima biodiversità; vivere e rivivere tradizioni popolari e religiose, gustare prodotti tipici tradizionali che invitano ad assaporare l’autenticità della cultura culinaria locale.

 

La Valle del Niceto sorge alle pendici settentrionali dei monti Peloritani e deve il suo nome all’omonimo torrente che l’attraversa e la cui foce rientra nell’area del Pantano, ove le condizioni di perenne umidità favoriscono specie botaniche tipiche degli ambenti palustri, che ne fanno oggi uno dei principali siti per la conservazione della biodiversità nel Sicilia nord-orientale. L'area del pantano di cui fa parte anche la valle, ed in particolar modo la zona costiera nei pressi della foce del Niceto, può essere annoverata «fra i principali siti per la conservazione della bio-diversità nel distretto dei Peloritani». Oltre ad una fitta vegetazione composta da specie botaniche comuni a gran parte degli ambienti palustri italiani come la cannuccia palustre (Phragmites australis), il giunco spinoso (Juncus acutus), il sedano d'acqua (Apium nodiflorum) e l'equiseto maggiore (Equisetum telmateja), si aggiungono diverse specie tipiche dell'ambiente peloritano.

 

La valle si originò nell'epoca geologica del Pleistocene superiore, circa 140.000 anni fa, grazie ai depositi alluvionali che nel corso dei secoli si andarono a stratificare strappando porzioni di territorio al mare. L'ambiente si presentava ricco di boschi nella parte alta e acquitrinoso nella parte vicino alla costa. Tre erano i fiumi che, scorrendo indipendenti, formavano un vasto delta: il Niceto, il Bagheria e il Lavina. Con l'avvento dell'uomo, gli incontaminati boschi che frenavano l'irruenza dei fiumi furono progressivamente sostituiti da ampie porzioni di terreno destinate all'agricoltura e al pascolo degli animali, mentre la zona costiera rimase quasi del tutto disabitata sino all'inizio del XIX secolo quando furono intraprese grandi opere di bonifica: vennero infatti realizzati appositi canali di drenaggio, detti "saie", che convogliando le acque divennero dei veri e propri sistemi di irrigazione. Secondo una recente teoria, nell'area presso la foce del torrente Niceto si trovava un bacino artificiale alimentato da sorgenti di acque dolci perenni e collegato con il mare. 

 

A testimonianza delle originarie caratteristiche paludose del territorio, restano oggi le cosiddette “saie”, antiche opere di architettura rurale, costituite da case coloniche e masserie presso cui si svolgeva l’antico rituale con cui le famiglie lavavano la lana di pecora per confezionare materassi e cuscini.

 

La vasta Piana è oggi famosa per la produzione della “sbergia”, varietà di pesca nettarina introdotta dalle popolazioni arabe, che rappresenta il frutto simbolo del territorio, prodotta solo nei comuni di Monforte San Giorgio e San Pier Niceto.

 

La Valle del Mela si sviluppa invece sul versante occidentale dei monti Peloritani e, anche in questo caso, deve il suo nome all’omonimo fiume che scorre sul fondo della vallata. Terra di frutteti e vigneti, la Valle del Mela è particolarmente apprezzata per produzione del vino Mamertino (I.G.T.) e del Formaggio Maiorchino (Presidio Slow Food), che fungono da grandi attrattori per il comparto del turismo eno-gastronomico, sostenendo l’economia locale.

 

Tappa obbligata per gli amanti del turismo escursionistico, la Valle vanta uno dei siti naturali più incontaminati dell’area dei Peloritani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 

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