Turismo & Antiturismo

   La Qualità di una località turistica, o a vocazione turistica, è un fatto noto, non è data solo da buoni alberghi, ristoranti, discoteche, parchi, spiagge e servizi per turisti, ma si misura anche in base all’accoglienza, agli atteggiamenti, alla cordialità che residenti ed esercenti in genere offrono ai loro ospiti.

   Rimini, ad esempio, considerata da molti vera e propria capitale del turismo europeo, come considera questi valori di cultura turistica e dell’ospitalità? E’ ancora interessata all’ospitalità com’era in passato? Del resto la prosperità frequentemente spegne la vocazione a servire persone che appaiono meno abbienti, forse più povere di chi ha il compito di servire. E’ la natura stessa del fenomeno turistico ad entrare in una fase critica.

    A sette anni di distanza dal Primo rapporto sull’antiturismo a Rimini, che prendo a modello, nasce quindi l’esigenza di mettere a fuoco nuovamente quale sia l’atteggiamento dei riminesi nei confronti dei loro ospiti. Infatti, serve a tutti capire come la struttura delle percezioni si sia modificata in questi anni e quali cambiamenti abbia prodotto sulla mentalità, sulla cultura e sul costume degli abitanti di una città turistica. Questo studio è un passo fondamentale se si vuole pensare a programmi di sviluppo, per continuare a considerare una città turistica nel panorama nazionale. Questo studio, come il precedente, cerca di spostare l’attenzione da chi è ospitato (i turisti) a chi ospita (i residenti). Questi gli interrogativi principali che i ricercatori si sono posti: • Cosa pensano, nel caso analizzato, i riminesi della prima città turistica d’Italia? • Cosa pensa dei turisti chi vive di turismo? • I riminesi amano, odiano o sopportano i turisti? • Convivono bene con loro o, in fondo, li detestano perché peggiorano la qualità della loro vita e della loro città?

   Già sette anni fa, 31 riminesi su 100 si esprimevano per una diminuzione dei turisti. Addirittura 20 di questi si sentivano “assediati” e 6 erano addirittura “intolleranti” verso il fenomeno turistico. Ma questo “spirito antiturista”, che generalmente nasce quando i residenti, divenuti più ricchi dei loro ospiti cominciano a diventare insofferenti verso i turisti, è aumentato o diminuito a sette anni di distanza?

   Per comprendere meglio l’atteggiamento dei riminesi nei confronti del turismo è necessario partire dalla fotografia scattata nel 1994 (attraverso 1.200 interviste), analizzando brevemente quali sono stati i cambiamenti sociali, demografici e turistici che hanno riguardato Rimini in questi sette anni. In estrema sintesi, nel 1994 su 100 riminesi rispondenti:

• 13 erano per una riduzione del numero di turisti, 59 per un aumento, 28 per la stabilità;

• 18 erano decisamente favorevoli allo sviluppo turistico (i “Panturistici”), 11 nettamente contrari (gli “Intolleranti” e gli “Iperelitari”),  71 sostanzialmente indifferenti (i “Nostalgici”, gli “Assediati” e gli “Indifferenti”);

• 55 ritenevano che la cosa più apprezzabile dei turisti fosse il fatto che “portano soldi”;

• 31 ritenevano che la cosa meno apprezzabile dei turisti fosse il fatto che “portano confusione”;

• 84 erano d’accordo con l’affermazione “I turisti hanno reso Rimini una città internazionale” e 70 con l’affermazione “Grazie ai turisti questa città ha una mentalità più aperta”;

• 29 ritenevano necessario riqualificare le strutture ricettive esistenti;

• 27 preferivano i turisti stranieri ai turisti italiani;

• 40 ottenevano redditi diversi dal turismo;

• 49 facevano 1 solo periodo di vacanza all’anno, 27 nessuno e solo 3 oltre 3 periodi.

   Il quadro che emergeva dall’analisi era quello di una città senza una spiccata sensibilità turistica, (mentre un’area di questo genere dovrebbe averne) ma anche di una città senza un forte sentimento antituristico.

   Emergeva una società riminese a più facce ricca di simpatie e antipatie, che non proponeva una sola immagine di sé, ma città in cui convivevano atteggiamenti diversi di fronte al complesso sistema dell’ospitalità.

   E’ un fatto di cultura. Chi pensa che 4600 iscritti alla Laurea in Economia del Turismo non dipendono dal fatto che Rimini è il luogo dove si forma il pensiero turistico, dove si trovano gli alberghi più innovativi, dove si sperimenta l’ospitalità innovativa, sbaglia. Lo si può vedere dalle tavole che seguono, specchio evidente delle risposte ottenute.

   Se tutto questo lo vogliamo rapportare su Acireale, dobbiamo evidenziare il fatto che qui possiamo differenziare e di molto l’offerta. Patrimonio culturale - mobile artistico e architettonico, terme, mare, collina, montagna e peculiarità di ogni genere. Serve altro per diventare una mèta turistica per tutte le stagioni?

   Si! La mentalità, la cultura, la preparazione e soprattutto la volontà politica e l'inconsistenza della pubblica amministrazione ovvero: l’antiturismo locale.