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    Il futuro era "ieri" e non ce ne siamo neanche accorti. L’attrattiva di una destinazione non dipende più dal contenitore, ossia dall’ambiente ma sempre di più dal suo contenuto ormai disperso in nome di una globalizzazione fallita.

Botteghe e Mercati Storici

     Ho preso spunto dalla due giorni di meeting fiorentino per Marakanda, il progetto europeo per la valorizzazione dei mercati storici del Mediterraneo, che ebbe Firenze come capofila e che aveva l’obiettivo di individuare e condividere idee e soluzioni per lo sviluppo dei mercati dal punto di vista economico, culturale, sociale e turistico. Saracinesche abbassate e locali sfitti dove prima c'erano attività commerciali segnano lo spopolamento sociale. Strade e rioni dove non ci sono attività commerciali sono destinate a ghettizzarsi. Una volta nella bottega sotto casa trovavi i prodotti di zona, di vicinato; la roba fresca dell'orto raccolta al mattino o la sera prima. Sono tanti i motivi per cui questo è quasi sparito ed uno dei motivi principali è l'esponenziale aumento di supermercati, ipermercati e centri commerciali dove compri quello che trovi e non quello che cerchi ovvero la produzione locale, la freschezza e la genuinità. Tutto questo ha impoverito l'economia locale.

     Per Acireale il mercato interessato poteva essere quello storico che fu sito nella piazza dei Commestibili oggi piazza Marconi detta “a piscaria”. Vogliamo portare avanti un lavoro molto fruttuoso, per migliorare la gestione, l’accoglienza e la visibilità internazionale di questi preziosissimi spazi, che sono un patrimonio storico del nostro territorio da tutelare e promuovere. Il valore aggiunto di questo progetto sta nella creazione di un gruppo locale di esercenti, per incrementare la competitività delle piccole e piccolissime aziende che operano al loro interno, e insieme per condividere fra tutti i partner competenze che non sono pienamente sviluppate nella propria area. Le azioni proposte, infatti, capitalizzeranno i risultati di esperienze passate e serviranno ad implementare azioni già pianificate a livello locale dai singoli partner come quelli che scaturiranno dalla zona franca urbana.

     Ci correva in aiuto Il Decreto Legislativo n. 114/98 il quale disponeva che le Regioni avrebbero dovuto prevedere per i centri storici, aree o edifici aventi valore storico, archeologico, artistico ed ambientale, con l'attribuzione di maggiori poteri ai Comuni al fine di favorire lo sviluppo della rete commerciale.

     Noi siamo pienamente consapevoli che le opportunità di sviluppo dei territori sono strettamente correlate alla valorizzazione e promozione delle peculiarità storiche e culturali,   intendiamo promuovere il mantenimento e il consolidamento delle botteghe storiche anche attraverso un intervento legislativo.

     In un'area di mercato storico spiccano e danno bella mostra di sè le botteghe storiche, non però come contenuti, non pensiamo ad attività estinte oggi di nessuna necessità come u nivarolu, u curdaru, u scuparu, u cistaru oppure l'ammolafoffici e cuteddi in quanto tali attività non avrebbero un flusso clientelare tale da giustificarne l'apertura. Pensiamo invece alla concezione di arredo e peculiarità marcatamente locale, al fine di promuovere la creazione di un marchio specifico che possa identificare le produzioni locali.

      Tutto ciò è inerente al tema portante dell'Expo 2015 che si svolse a Milano, il cui tema fu "Nutrire il pianeta - Energia per la vita". Sembrava chiaro già da adesso che, essendo l'evento di natura tematica tutto sarebbe stato incentrato sull'evoluzione delle produzioni e risorse ortofrutticole e della pesca. Quale migliore ed irripetibile occasione sarebbe stata per proporre ai grandi mercati internazionali le preziose ed uniche peculiarità della produzione locale? Pensiamo anche che le nicchie di mercato possano avere grande successo. Non é stato!

      Ai fini turistici, le botteghe storiche costituiscono un importante elemento di memoria storica, di preziosa testimonianza di cultura, di tradizione, di radicamento nel tessuto urbano e nel vissuto quotidiano dei cittadini che oltre a divenire parte integrante del patrimonio culturale della città stessa acquistano valore di bene culturale ed urbanistici.

     Ad esempio, le botteghe storiche emiliane conservano arredi e decori artistici di grande pregio, profumi e colori che rendono il territorio ferrarese interessante anche per lo shopping, attraverso la ricerca di testimonianze del passato in cui si possono ammirare gli stili degli arredi originali, le vetrine ornamentali e seguire profumi, odori e sapori di una volta di prodotti artigianali che vengono eseguiti ancora oggi come secoli fa.

   Prendiamo i dati della Cgia di Mestre: Botteghe e negozi di vicinato in via d'estinzione: in 8 anni spariti 158 mila esercizi.  il calo prosegue anche nonostante la presunta crescita dell'economia, persi 430 mila posti. Nel 2016 addio a oltre 25 mila attività. Nel Mezzogiorno il calo più marcato. A BOLOGNA il Comune interviene investendo sulle attività  - L'obiettivo è "una crescita a largo raggio su tutte le zone della città" evitando "situazioni di squilibrio": il Comune di Bologna decide così di sostenere le botteghe e i negozi di vicinato investendo, con "Bologna made", 480mila euro a fondo perduto da utilizzare per progetti di valorizzazione della piccola e media impresa "made in Bologna", "pilastro essenziale della coesione sociale" e "presidio del territorio" che se non si mantiene appetibile agli occhi di consumatori e turisti rischia di soccombere.

    I contributi a fondo perduto e assegnati con tagli massimi da 20.000 euro. Il bando sostenne attività riconducibili a due linee di intervento: l'insediamento e la qualificazione di esercizi commerciali con vendita al minuto e attività artigianali attraverso lo sviluppo di nuovi servizi e prodotti per cittadini, visitatori e city users; la valorizzazione di spazi pubblici che hanno necessità di rilancio attraverso nuove iniziative culturali pensate prevalentemente per il target turistico o la realizzazione di nuovi itinerari e iniziative di turismo culturale, accessibile e sostenibile, con particolare riferimento allo sviluppo di strumenti digitali (potevano presentare progetti per questo tipo di contributo ass.ni, imprese e liberi professionisti) ?

   Veniamo alla pessima gestione  delle Zone franche urbane (Zfu) in Sicilia, 18 aree dove le piccole e micro imprese erano riuscite ad ottenere agevolazioni fiscali e contributive, con un plafond complessivo di 181 milioni di euro. Risultati ad Acireale? Solo regalie per pochi.

   La globalizzazione selvaggia (non governata, come sostiene la stessa India nel confronto attuale con gli Stati Uniti) sta schiacciando gli esercenti e i produttori locali.

 

 
 
 
 
 

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