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 Caronia

 (Messina)

 

 

 

   Caronia si trova sull'omonimo monte, che dà il nome alla catena montuosa: i Monti Nebrodi, ovvero parte degli Appennini siciliani si chiamano infatti anche monti Caronie. Il fiume Caronia che attraversa il territorio, ha assunto un carattere torrentizio.

 

   Il comune confina a nord con il mar Tirreno, a sud con il comune di Capizzi, ad est con il comune di San Fratello e a ovest con il comune di Santo Stefano di Camastra. Sulla costa si trova la frazione di Marina di Caronia, Canneto e Torre del Lauro. Con i suoi 226 km² di superficie, il territorio comunale di Caronia è il più esteso di tutta la provincia di Messina.

 

   La cittadina sorse sul sito dell'antica Calacte o Caleacte (Kalé Akté, in greco "bella costa"). Secondo lo storico Diodoro Siculo, Calacte era stata fondata nel 446 a.C. da Ducezio, condottiero siculo. Ducezio, dopo essere stato sconfitto da Siracusa e mandato in esilio a Corinto, sarebbe tornato con alcuni Corinzi per fondare la colonia Calacte. Il centro si sarebbe poi sviluppato in un centro urbano nel periodo ellenistico.

 

   Dopo la conquista romana, all'inizio del II secolo a.C., la città iniziò a battere una serie di monete di bronzo, la più importante con la raffigurazione di Dioniso e di un grappolo d'uva. Durante l'impero romano fu rilevante centro agricolo e commerciale: esportava soprattutto vino, trasportato in anfore. Probabilmente esportava anche tonno e Silio Italico nel I secolo d.C. parlava del "litus piscosa Calacte" (14, 251). Anfore vinarie del IV secolo d.C. prodotte a Caleacte sono state trovate a Roma.

 

   I recenti scavi archeologici a Caronia e Marina di Caronia hanno mostrato che la città ellenistica sul sito dell'odierna Caronia fu distrutta verso la fine del I secolo d.C. da un incendio o un terremoto e fu forse abbandonata, mentre gli abitanti si spostarono sul mare, in corrispondenza dell'odierna Caronia Marina. Poco dopo la metà del IV secolo d.C., l'abitato portuale di Calacte a Caronia Marina fu distrutto, probabilmente da un terremoto. La vita dell'abitato continuò, ma dopo il V secolo d.C. su scala molto ridotta.

 

   Il toponimo Caronia (Al Qaruniah) è rammentato dal geografo arabo Idrisi, famoso per i suoi saggi riguardanti Palermo sotto il dominio islamico.

 

   Nel Medioevo fu feudo dei Ventimiglia, che lo sfruttarono come scalo commerciale, per poi divenire nel corso della dominazione spagnola, nel 1630, feudo in qualità di marchesato dei Pignatelli Aragona Córtez, la cui presenza è attestata dal vessillo comunale che presenta tre pignatte in campo senape.

 

   Da visitare:

 

   Il Castello di Caronia fu costruito in epoca normanna (XII secolo) probabilmente al tempo di re Ruggero. Il castello, oggi di proprietà privata, è uno degli edifici meglio conservati dell'architettura normanna in Sicilia.

 

   Il Museo del Bosco è un museo etnoantropologico delle attività delle genti dei Nebrodi.

 

   Il Ponte Aureliano, che si erge sul torrente Caronia, testimonia una importante presenza romana di epoca tardo imperiale. L'arcata centrale è crollata.

In località Torre di Lauro vi è una torre costiera (detta anche torre di passo del Lauro), sita lungo il litorale. Attestata per la prima volta nel 1583, è oggi adibita ad abitazione privata.

 

 

 
 

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