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La
casa editrice Arduino Sacco Editore di Roma ha pubblicato, nel
mese di giugno, la Storia dell’Arte della Cartapesta - la
Tecnica Universale (pag. 322, fig. 154, note 277) di Ezio Flammia.
Nel libro l’autore percorre un itinerario filologico
riguardante la storia dell’arte della cartapesta in Italia, in
altri paesi europei e negli Stai Uniti.
Lo
studio ha inizio dall’esposizione dei primi tentativi di
produzione della cartapesta, rapportata allo stucco da cui si
evolve, per poi analizzare le opere e gli artisti, tracciando il
percorso della tecnica dalle prime esperienze nelle botteghe
rinascimentali, senesi e fiorentine, sino all’arte moderna.
La produzione della cartapesta, come espressione
d’arte, documenta Ezio Flammia, ha avuto in passato una certa
importanza, notevole è stata la sua incidenza nei settori dello
spettacolo, dell’artigianato e dell’industria, enorme, inoltre,
la sua produzione per fini ludici, per apparati religiosi, per
allestimenti effimeri, per la statuaria processionale, più
recentemente, per il cinema, per la televisione e, in forma
sperimentale, per la didattica.
La cartapesta, in passato, ha raggiunto livelli di
eccellenza tali da assecondare la creatività degli artisti del
valore di Donatello, Jacopo Sansovino, Bernini, Algardi e altri,
sino ad essere definita la tecnica universale. Oggi la
cartapesta potrebbe ritornare agli antichi splendori se si
sfatassero gli arcaici pregiudizi sulla povertà della materia.
Nessuna menzione e ce ne
rammarichiamo, viene espressa specificatamente per quanto
attiene la lavorazione dei carri allegorico grotteschi del
Carnevale che secondo noi meriterebbero più che una "menzione"
riguardante le attività ludiche i cui costi dovrebbero però
essere contenuti nella misura delle entrate che producono. Per
la serie costi - benefici.
Rosario Rigano |
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