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Acireale "centro storico"

     Quella che doveva e poteva essere una deliziosa piazzetta, arricchita con aiuole, negozi chic ma anche eleganti “botteghe di frutta e verdura” a cento passi dalla Basilica di San Sebastiano monumento messaggero di pace nel mondo per l’UNESCO, dalla piazza del Duomo, dalla piazza San Domenico, dalla stupenda chiesetta del Suffragio e via dicendo, quella che per posizione nel centro storico è il più importante crocevia con tutto il resto della città ma anche con paesi limitrofi, altro non è che l’attuale piazza Marconi; quello spaccato di ogni sorta di mercanzia gettata in mezzo alla strada in barba ad ogni regola e di ogni legge oggi in vigore.

    Un luogo per molti versi impraticabile dove merce depositata persino per terra, bancarelle, prodotti ittici, frutta e verdura esposta al gas di scarico delle automobili che veicolano all’interno della “pescheria” non sembra sfiorare minimamente gli amministratori che nulla fanno per rendere dignità a quella piazza.

     Ferita sanguinante nel centro storico di Acireale, quella piazza è rimasta scolpita nella memoria di un commissario UNESCO, Ray Bondin che inorridito alla vista del famoso grattacielo che sorge nella medesima e per il terrificante stato in cui si trova la piazza, ha confezionato persino un dossier sui numerosissimi abusi edilizi che “vivono e rallegrano” il centro storico della città e il suo barocco, regalandolo al pubblico di un convegno internazionale svoltosi alla Perla Ionica nel settembre del 2007. Commento a caldo “regalatomi” poi dalla consultant francese Elena Cattarini Legér è stato “peccato Acireale” quando si parlava del tentativo di “annettere” Acireale al “Val di Noto” tramite una associazione denominata “amici degli amici dell’Unesco”. Tentativo fallito e 40.000.000 delle vecchie lire  gettate al vento per opera dell’ex commissario regionale dott. Raimondi. E allora? Allora niente, immobilismo, incompetenza, trascurato miseramente ogni angolo del centro storico. Via Dafnica è stata massacrata negli orditi dei palazzi in cui sono stati installati contatori Sogip, cassette della posta, parabole, citofoni, pluviali e persino vi si affiggono lutti e manifesti. Per non parlare di altre vie e piazze.

     Presentiamo uno studio condotto dal Comitato Cittadino “Civica Mente per Acireale” sulla possibilità di riconoscimento della valenza storica del mercato di Piazza Marconi. 

    Il presente progetto ha lo scopo di utilizzare norme volte alla tutela, alla valorizzazione e al riconoscimento della valenza storica dei mercati comunali che svolgono la propria attività commerciale da almeno cento anni nei centri storici. Detti mercati e le attività commerciali in essi svolte rappresentano, infatti, la nostra memoria storica.

   Oggi, tali attività sono state in gran parte sostituite da esercizi commerciali moderni ed è evidente che questo processo ha già mutato radicalmente la fisionomia dei centri storici di piccole e grandi città, cancellando antiche strutture che avrebbero potuto costituire una ricchezza, non solo come testimonianza storico-culturale, ma anche come strumento di tutela di elementi morfologici, architettonici e sociali delle nostre città.

   Emblematico, al riguardo: (particolari) In piazza Marconi è tutto un confluire di vie spesso strette e tortuose, espressione della trama viaria cinquecentesca e seicentesca. Qui ogni mattina botteghe alimentari e di vario genere, costituiscono, da tempo immemorabile, il maggior richiamo per quanti fanno la spesa. Quella che fu “piazza dei Commestibili” a poca distanza dalla chiesetta dell’Odigitria, fu ampliata per deliberazione consiliare del 1792 e migliorata nel 1843 - 1845 dal sindaco dell’epoca Giuseppe De Maria che non giunse ad eseguire il progetto di un elegante portico che doveva occupare il circuito della piazza. Ciò dall’autorevole fonte del libro Acireale e dintorni del canonico Raciti Romeo.

   Non è inoltre da trascurare, sottolineare che proprio intorno a questo mercato, a partire dal 1800 in poi, si è sviluppato e consolidato un insieme di punti vendita che oggi costituiscono il naturale centro commerciale della città. Resta da stabilire cosa sia stato previsto nei piani regolatori che si sono succeduti; al momento ci pare che l’area sia stata sempre definita “solo” commerciale. 

   Ciò rappresenta una tradizione radicata nel tempo, che è parte della migliore tradizione di operosità dei borghi locali, che con assoluta certezza può essere definita valore della cultura locale e che, per tale motivo, deve essere conservata, difesa e potenziata, piuttosto che dispersa.

   La storia del mercato di piazza Marconi è sicuramente analoga a quella di numerosi altri mercati esistenti sul territorio italiano.

   In un’epoca nella quale sempre più si avverte l’esigenza di confrontarsi con le proprie «radici», si ritiene doveroso e opportuno riconoscere il valore sociale, storico e culturale delle tradizioni e, fra queste, quelle dei mercati comunali più antichi che svolgono la propria attività da almeno cento anni. Giova evidenziare che il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, relativo alla riforma della disciplina del settore del commercio a norma dell’articolo 4 della legge 15 marzo 1997, n. 59, all’articolo 6 ha previsto, fra gli obiettivi da perseguire nella programmazione della rete distributiva, la valorizzazione della funzione commerciale ai fini della riqualificazione del tessuto urbano, nonché la salvaguardia dei centri storici attraverso il mantenimento delle caratteristiche morfologiche degli insediamenti e il rispetto dei vincoli relativi alla tutela del patrimonio artistico e ambientale.

   Alla luce di quanto esposto, il presente disegno di legge, nel rispetto della potestà legislativa concorrente di Stato e regioni, in materia di valorizzazione dei beni culturali e promozione e organizzazione di attività culturali, detta i princìpi fondamentali in materia di riconoscimento del valore storico dei predetti mercati.

   ARTICOLATO

Art. 1.

   1. La legge ha come finalità la promozione, la valorizzazione e la conservazione, anche della memoria, dei mercati storici su aree pubbliche e del commercio ad essi collegati, attraverso il riconoscimento del loro valore storico, socio-economico e culturale.

   2. Possono essere riconosciuti quali mercati storici quelli che si svolgono da almeno cento anni sullo stesso sito e di cui sia documentalmente attestata la speciale rilevanza culturale e socio-economica per le comunità locali.

Art. 2.

   1. La disciplina dei requisiti e delle procedure per il riconoscimento di cui all’articolo 1 compete alla Giunta Regionale.

   2. Spettano al Giunta Regionale, il riconoscimento dei mercati storici e la redazione, la tenuta e

l’aggiornamento del relativo elenco.

   3. Le norme regionali assicurano che l’iniziativa per il riconoscimento sia attribuita anche:

   a) ai comuni, alle province, alle comunità montane e alle camere di commercio;

   b) alle istituzioni culturali, accademiche e scolastiche;

   c) alle agenzie di promozione turistica;

   d) agli operatori commerciali su aree pubbliche e alle loro associazioni di categoria.

   4. La Regione favorisce, eventualmente anche con incentivi finanziari, la realizzazione di specifiche iniziative di promozione e di valorizzazione dei mercati storici riconosciuti, con il coinvolgimento e la partecipazione dei soggetti di cui al comma 3.

Art. 3.

   1. I comuni sul cui territorio insistono i mercati storici riconosciuti ai sensi dell’articolo 2, nelle deliberazioni di cui all’articolo 28, comma 15, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, adottano le misure atte a salvaguardare le caratteristiche, anche merceologiche, dei suddetti mercati.

   2.  I mercati storici riconosciuti non possono essere trasferiti in altro luogo e devono essere valorizzati, eventualmente anche mediante opportuni programmi o interventi di riqualificazione urbana, che prevedano, in ogni caso, il mantenimento del mercato nella sua sede storica.

   Noi pensiamo che un ordinato assetto urbanistico della zona, giovi principalmente agli operatori commerciali che ivi operano. Noi pensiamo che la riqualificazione possa alimentare i flussi degli utenti perché piazza Marconi, così come piazza Mazzini e piazza Alfio Grassi, a centro metri dalla Basilica di San Sebastiano, da piazza Duomo ecc. meritino maggiore attenzione! La questione è sicuramente politica e di buona volontà dei consiglieri comunali.

   Piazza Marconi non va’ vista solo come “a piscaria” in essa va individuato il sito storico e la strategica centralità di essa. Va pensato ed organizzato semplicemente un modello culturale da modellare in virtù di un turismo d’elite che rappresenta la chiave di volta della città di Acireale. Il turismo è il futuro di Acireale.

Rosario Rigano

Pagina e link collegati a cura dell'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture". 
 
 
 

   Riproduzione riservata

                 by Rosario Rigano