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Politiche del turismo,  dei beni culturali,  dell'ambiente  ed  economico - sociali

Accademia di arti e Culture
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

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Un interessante convegno, sotto tutti i punti di vista al quale ho partecipato come giornalista, si è svolto, venerdì 1 marzo dalle 16, al Palazzo della Cultura di Catania dedicato al mito dei Ciclopi e dei Lestrigoni (io avrei aggiunto le sirene), nell'ambito dell'area del Mediterraneo ma più specificatamente all’area etnea, Un mito che affascina l'immaginario collettivo. Nasce così una costruzione culturale tra miti e specchio del presente, tra simbologie e riferimenti storici; tra ricerca e documentazione scientifica “in effetti, nota tra tante, a proposito del ciclope Polifemo, è biologicamente impossibile che un essere umano possa arrivare ad una certa età con un solo occhio anche se affetto da ciclopia congenita”.

Palazzo Platamone (Palazzo della Cultura) Auditorium Carmelo Marchese

 

Un ciclo di studi inedito, di grande utilità per la classificazione dei siti e la conoscenza dei personaggi del mito. Catania è stata scelta come sede ideale per il Convegno di Studi per trattare il Mito e la storia anche perché “in questi luoghi esistono delle testimonianze vive.


Il Convegno si svolto sotto l’egida dell’assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana e dell’assessorato regionale dell’istruzione e della formazione, dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e della Fondazione Unesco Sicilia.

 

L'incontro sul mito dei giganti ha riguardato un tema che da sempre ha affascinato l’immaginario collettivo. Il convegno è stato arricchito dalle numerose testimonianze ed esperienze come dagli studi compiuti da Giovanni Taormina, coordinatore del GruppoArte16, che ha avanzato nuove e straordinarie ipotesi avallate da illustri studiosi e cattedratici come Pietro Di Giovanni, Cattedra della filosofia dell’Università degli Studi di Palermo, Salvatore Cannizzaro, Cattedra di Geografia Culturale dell’Università degli Studi di Catania, Francesco Maria Galassi, paleopatologo della University of Adelaide e di Franco Fazzio, esperto d’arte. Le relazioni dei partecipanti saranno moderate da Elena Varotto, Antropologa forense e bioarcheologa dell’Università di Catania.

Giovanni Taormina (coordinatore del GruppoArte16). “…la Sicilia al centro del mito greco. I giganti  Ciclopi, il loro capo Polifemo e i Lestrigoni della narrativa omerica dell’Odissea sono posti allo specchio del mito pelasgico e dei linguaggi e i costumi dell’epoca micenea. Il mito delle gigantomachie, della nascita di Atena insieme ai miti dei Ciclopi hanno trovato ispirazione tutte dallo stesso simulacro è la trasposizione della realtà che ne ha amplificato lo spazio del racconto nell’Odissea, un modello che duemila anni dopo ritroviamo ancora nella “Divina Commedia”.


Salvatore Cannizzaro. “…da sempre tutti i popoli hanno mitizzato eventi naturali inspiegabili che, ricondotti a fenomeni sovrannaturali, sono stati trasformati in divinità a cui chiedere protezione in circostanze in cui la propria vita veniva messa a rischio. Il proliferare dei miti e la collocazione in particolari luoghi finiranno col costituire una vera e propria geografia del mito. L’Etna, fin dalla notte dei tempi, per le sue continue eruzioni e i forti tremori, ha rappresentato il luogo dei miti per eccellenza: da Polifemo ad Aci e Galatea, da Efesto a Mascali e Rosemarine”.

Francesco Maria Galassi (Flinders UniversitY), con il contributo di Elena Varotto. “Un confronto tra l’interpretazione genetica, la spiegazione paleontologica e infine la lettura attraverso l’endocrinologia. Questa dissertazione dimostra come le prime due teorie siano prive di fondamento, mentre la terza, quella paleo-endocrinologica, possa fornire importanti elementi interpretativi del mito dei giganti, pur essendo necessario inquadrare gli aspetti prettamente biologici con quelli storico-archeologici e letterari per conseguire una comprensione olistica del mito”.

 

Franco Fazzio. “…l’iconografia vascolare è quello strumento con cui il mito ha inciso in maniera profonda e sistematica nella mente del collettivo che, affiancando la descrizione del racconto, ha facilitato la comunicazione degli eventi personificati, quindi di fatto, dando vita a una interpretazione che ancora oggi affascina e incuriosisce dopo secoli”. L’Etna, fin dalla notte dei tempi, per le sue continue eruzioni e i forti tremori, ha rappresentato il luogo dei miti per eccellenza: da Polifemo ad Aci e Galatea, da Efesto a Mascali e Rosemarine”.

Soprattutto, a detta del prof. Fazzio, quello del pastorello Aci e della Ninfa Galatea è il più bello e affascinante di tutto il contesto perché oltre a rappresentare una bellissima ed avvolgente storia d’amore, purtroppo a fine tragico, lascia la traccia di un fiume, l’Aci, che scorre ancora sotto il Palazzo di Città di Acireale sboccando poi a Capomulini.

Piero Di Giovanni, a conclusione della giornata di studi ha sintetizzato gli interverenti parlando dell’orrido ed il mostruoso nella mitologia greca. “La presenza dei Lestrigoni e dei Ciclopi nell’Odissea di Omero suggerisce di ripensare al valore simbolico di certe figure, la cui connotazione implica un carattere culturale di ampio respiro. A tal proposito la memoria storica suggerisce di ripensare al mito del Chirone, mediante il quale lo stesso Machiavelli ne Il Principe contrappone e coniuga la forza all’intelligenza umana. Nel caso dell’Odissea, Polifemo e Ulisse rappresentano la dicotomia tra forza bruta e intelligenza critica”.

Al centro dei lavori ho registrato l’intervento dell’assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale prof. Roberto La Galla, già Magnifico Rettore dell’Università di Palermo. Il suo intervento, oltre ad evidenziare la validità degli argomenti trattati e l’assoluta qualità dei relatori ha posto in primo piano la grande opportunità che una miglior veicolazione delle “storie di Sicilia” potrebbe incentivare la curiosità verso il nostro territorio e quindi favorire un maggior flusso turistico di qualità nei nostri siti culturali.

Anche l’intervento  del delegato della Fondazione Unesco Sicilia, il dott. Francesco Montemagno è stata una testimonianza che conferma quanto poco si sia fatto per una miglior valorizzazione dei nostri siti culturali. Rileggendo Virgilio, comprendiamo che non è solo un fatto letterario.

 

Rosario Rigano

Associazione Culturale editrice

Accademia di Arti e Culture

 

Università degli Studi di Palermo

Ordine dei Giornalisti di Sicilia

Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia

Regione Siciliana

Comune di Catania

Università degli Studi di Catania

 

  

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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