La storia compiacente

   Cosa potrebbe mai accadere se dovessimo rivedere alcuni passaggi della storia correggendone, con note assolutamente documentate, storture causate da “sviste” oppure errate “interpretazioni”. Se cominciassimo a discutere sulle convenienze dall’una e dall’altra parte sulla narrazione da parte dei filosofi greci o dei retori romani e di chi ha tramandato senza verifica alcuna? Forse gli insegnanti farebbero poi fatica a seguirci e non potrebbero più espletare i programmi ministeriali. Cosa forse più grave, i nuovi studenti saprebbero “altro” rispetto a chi ha già completato quel ciclo di studi. Lasciamo allora sui testi scolastici falsi e strafalcioni che sono sotto gli occhi di tutti? Per me, come qualsiasi altra persona di buon senso la storia deve essere il racconto dei fatti, quindi eventi realmente accaduti e non la riproposizione costante della “storia compiacente” applicata da certi filosofi greci ed oggi adottata in forma di censura anche da Facebook ed affidata ai giornalisti, in quota sinistra, Enrico Mentana e Franco Bechis. Vero il detto che chi non conosce la storia non ha futuro, ma quale storia, quella contraffatta dai servi dei vincitori oppure quella vera che scaturisce dalla narrazione della vera preistoria e protostoria. Le proposte di “progetti” qui classificati come piani di studio rimangono nel nostro cassetto perché impossibilitati a farli “adottare” alle scuole del territorio. Al tentativo di voler conferire con il/la dirigente la risposta è: “Ci invii una email, le faremo sapere” poi puntualmente finita nel cassetto SPAM o volontariamente cestinata da 5 su 5. Sarà forse un caso se la scuola italiana naviga felicemente agli ultimi posti in Europa e prova ne sono anche i testi invalsi? Di fatto assistiamo solo ad estemporanee con parvenza di cultura finite poi nel dimenticatoio nell’arco di pochi giorni ma che hanno consentito la passerella un po’ a tutti e l’intento, forse, era solo quello, privilegiando l’ovvietà e la banalità.

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