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La presentazione del volume “Carta archeologica del territorio delle Aci. Analisi diacronica dei paesaggi tra l’Etna e il mare Ionio” (Roma 2021), curato da Edoardo Tortorici, già Ordinario di Topografia Antica presso l’Università di Catania, e dal suo allievo Rodolfo Brancato, Ricercatore di Topografia antica alla “Federico II” di Napoli, è stata occasione, lo scorso lunedì pomeriggio, di un piacevolissimo scambio tra addetti ai lavori e non.

Il volume, pubblicato lo scorso settembre, è stato presentato presso Sala Esedra del Teatro antico da Lorenzo Guzzardi, Direttore del Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della valle dell’Aci, da Daniele Malfitana, già Direttore dell’I.B.A.M.-C.N.R. di Catania e ora Ordinario di Metodologia della ricerca archeologica dell’Ateneo catanese, e da Giulia Falco, Funzionario archeologo del Parco archeologico. Le relazioni sono state precedute dai saluti di Michelangelo Patané, Presidente della Accademia degli Zelanti di Acireale, con cui il Parco da tempo ha stabilito un proficuo rapporto di collaborazione.

A gremire la Sala un folto pubblico interessato e competente, tra cui Carla Bottari, Ricercatrice dell’I.N.G.V., studiosa dei fenomeni tellurici del passato in contesti archeologici e autrice di contributi in particolare sul sito archeologico e paesaggistico di Santa Venera al Pozzo (Aci Catena), vera punta di diamante della valle dell’Aci, Massimo Cultraro, Dirigente di Ricerca del C.N.R. e docente di Preistoria e Archeologia Egea dell’Università di Palermo, e Teresa Magro, Funzionario archeologo della Soprintendenza di Catania, che hanno contribuito con i loro interventi ad arricchire il dibattito scientifico seguito alla presentazione dei relatori.

Una lode corale è stata tributata a Edoardo Tortorici per la capacità dimostrata, in particolare attraverso le ultime monografie curate, quali la “Carta archeologica di Catania” (Roma, 2016), di saper “fare scuola”, da vero Maestro, tessendo una solida rete tra studiosi di diverse istituzioni.

Nota del sottoscritto: Tengo a precisare che ho più volte scritto al prof. Tortorici senza mai avere risposta. Tengo a precisare che la “punta di diamante” Santa Venera al Pozzo è chiusa da quasi quattro anni, che gli incendi sono all’ordine di stagione che non incassa un euro da niente ma presenta solo costi enormi di gestione, libri, stipendi, folder, depliant, convegni, conferenze, mostre e vario altro. Faccio mia la citazione di Fabio Isman nel libro “Alla ricerca dell’arte perduta” in cui testualmente scrive: “I beni culturali sono solo un grande business mentre la cultura è solo un alibi. Rosario Rigano.

 

 
 
 
 
 

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