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   Funzione sociale dei libri. Domanda: Chi legge i libri?

   La statistica parla chiaro. In Italia, in particolare nel sud Italia non si legge neppure un libro all’anno. Al centro nord, anche se la vendita da’ qualche dato in più, non è detto che tutti i libri comprati o regalati vengano letti. Riguardo i libri stampati e comunicati all’isbn, c’è da considerare il fenomeno, fortunatamente in calo, del self-publishing, ovvero l’autopubblicazione a totale carico dell’autore, tra l’altro “truffato” in quanto per effetto della “furbesca” proposta, “l’isbn lo paghiamo noi”, detti presunti editori si appropriano dei diritti dell’autore non scucendo un solo centesimo anche in presenza di buone vendite, per effetto di un contratto capestro che si è costretti a firmare prima della stampa. Quello del libro è un mondo stracolmo di lati oscuri e tutti in danno dell’autore che inconsapevolmente regala la sua opera a tutto vantaggio economico di stampatore, grafico, distributore e corriere. Non è affatto vero che il nord ha livelli di cultura più elevati come riporta AI Overview che tra l’altro confonde qualità con quantità. Da rilevare che secondo il dato fornito da molti editori e persino dall’Associazione Italiana degli Editori, peggiora costantemente la qualità della lettura (quindi dell’offerta) ma non per questione di numeri ma per qualità dei contenuti ed argomenti trattati. Chiudono le librerie ma semplicemente perché il lettore compra su Amazon o altri siti online. Gli studenti leggono a malapena i testi scolastici e qualcosa dalla libreria della scuola ma, sono costretti a comprare quei testi extrascolastici che “impongono” alcuni docenti per favorire il cosiddetto “agente letterario” delle case editrici che, ogni anno, spostando qualche pagina qui e là e aggiornando la copertina, propongono una “nuova edizione”. L’Italia è tra i peggiori stati in Europa. Ho già scritto, io che ho pubblicato 20 libri sulla Sicilia, che tentare di vendere un libro sulla Sicilia ad un siciliano è come tentare di vendere un frigo ad un esquimese. Da rilevare che ormai in Italia rimangono attivi pochissimi “editori puri”. A tutto questo serve un resoconto: “Chi legge libri?”. Teniamo conto che i generi più diffusi sono fantasy, fantascienza, horror, giallo, storico e poesia. Tutto questo è classificato come narrativa di genere che non dice assolutamente niente. Statisticamente si vende qualche libro alle presentazioni tra amici che difficilmente vanno in libreria; molto spesso sono le amministrazioni comunali a comprare libri di autori (noti in tv) che vengono invitati a presentare il loro libri (in questo caso l’amministrazione si sobbarca di tutte le spese: viaggio, vitto, alloggio e spostamenti vari. Ma poi, che fine fanno quei libri? Spesso si attribuisce al libro potere che non ha, ovvero di educare e fare cultura e che non può avere perché non legge più nessuno. Basta guardare ciò che accade in tutto il paese, da nord a sud, per rendersi conto che gli educatori hanno fallito, che le prediche istituzionali non funzionano, che la famiglia non può adempiere al suo ruolo perché non esiste più e che la scuola è drammaticamente snaturata, svuotata e ormai privata dell’autorevolezza che la dovrebbe contraddistinguere.

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            by Rosario Rigano

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