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    Storia dei Siculi

 

      Da qui in avanti, documenteremo, approfondendo dove possibile e secondo gli spunti della storiografia greca, fatti e tradizioni di fondazione e sperimentazione locale nelle pòlei coloniali che per i greci del tempo significava solo “commercio per le vie del mare” ma che in sostanza il continuo scambio di contatti aveva dato l’avvio ad un inarrestabile processo socio-economico e culturale.

 

 

     Identifichiamo i Siculi nel momento precoloniale del Mediterraneo antico e secondo la facies propriamente sicula, ovvero quel complesso delle caratteristiche derivante dalle loro origini e dai caratteri paleontologici.

 

     I siculi erano già presenti nell’isola già all’arrivo dei Greci, stanziavano nell’area orientale e precisamente tra quelle città che oggi si chiamano Naxos, Catania e Lentini, con successive estensioni a Siracusa e Camarina (nel ragusano) fino a Gela; loro centri erano anche Mineo ed il sito di Morgantina dove oggi si erge Aidone in cui si possono chiaramente riscontrare notevoli testimonianze greche (vedi Ducezio).

 

     Di più spiccata rilevanza rimane una facies propriamente e spiccatamente sicula documentabile a Pantalica, Melilli e Cassibile.

 

     I Siculi erano considerati dagli storici antichi ed oggi anche da archeologi e storici moderni, strettamente imparentati con le popolazioni della penisola.

 

     Chi sono stati i primi abitatori dell’isola? Omero, confuso tra mito e realtà, ipotizzava Lestrigoni e Ciclopi ma ai suoi tempi non era possibile dare una risposta a certi grandi crani che presentavano un grosso buco al centro della fronte. E così anche Lui, al pari dei siciliani di ancor più antica generazione, pensava che si trattasse di un unico grosso occhio. Il dubbio nemmeno lo sfiora che quello strano reperto possa appartenere ad un tipo di elefante dalle dimensioni di gran lunga inferiori a quelli oggi conosciuti.

 

     Prendendo spunto dalle considerazioni finali del professor Caltagirone nel libro “La lingua dei Siculi” - “E’ straordinario immaginare i Siculi che, giunti dinnanzi all’isola e stupiti per la bellezza dei luoghi e per la vegetazione lussureggiante, abbiano deciso di chiamarla giardino” TRINACIE appunto giardino, come si può leggere in Diodoro Siculo, si tratta di una città sicula, probabilmente la capitale. Trinakiya è una parola sanscrita che deriva da trina, erba, e significa posto con tanta erba. In etrusco con lo stesso significato troviamo tlenace e tlenacei iscrizioni che si trovano su statue (fleres) destinate appunto ai giardini.

 

  Riproduzione riservata   by Rosario Rigano