|   
						La prima 
						lega della storia nacque in Sicilia 
			
						ad opera di 
						Ducezio Re dei Siculi 
			  
			   
			
			
			La mascotte Siculina è ispirata alla storia dei Siculi noi ne 
			abbiamo fatto un’icona portafortuna  accreditandola a figlia 
			adottiva di Ducezio unico e grande Re dei Siculi di cui vogliamo 
			narrarne la storia prendendo spunto da una elaborazione del sig. 
			Angelo Scandurra che ha curato i testi in una pubblicazione del 
			2007, con la quale ha inteso entrare nell’anima di un popolo, quello 
			siciliano, che attraverso le sue figure più rappresentative ha dato 
			dimostrazione di dignità, di sentimenti creativi e di forte 
			temperamento.  
			   
			Luoghi, personaggi e avvenimenti storici-artistici e sociali, 
			hanno consacrato la Sicilia come terra di civiltà. 
							
							 
			     
			Ducezio nacque, da una nobile famiglia siciliana, nel 488 a.C. a 
			Mene (oggi Mineo in provincia di Catania, quindi nella Sicilia 
			orientale). Sin da bambino si dimostrò assai vivace e curioso. Amava 
			gareggiare, era coraggioso e primeggiava su tutto. Sin 
			dall’adolescenza si dimostrò disponibile e generoso verso i più 
			deboli e bisognosi. Ducezio crebbe in una Trinacria terra di 
			conquista da parte di Greci e Fenici sotto la serrata oppressione 
			dei primi. I genitori videro in lui l’uomo che avrebbe risollevato 
			le sorti del popolo siculo e così Ducezio crebbe con gli ideali 
			trasmessigli dai saggi genitori. Crescendo entrò nelle grazie di 
			tutti i Siculi e quando decise di occuparsi di essi creò Sinteleia, 
			una federazione di tutti gli appartenenti all’etnia sicula, e tutti 
			gli uomini gli tributarono immensa fiducia.  
			     
			La Sua prima impresa fu la conquista di Etna (odierna Catania), 
			governata da Dinomene sotto l’influenza siracusana. Cavalcando alla 
			testa dei Siculi iniziò così la sua battaglia per la liberazione 
			della Trinacria dall’oppressore greco. Ducezio guidò i suoi uomini 
			da vero condottiero e nel 461 a.C. conquistò Etna rinominandola 
			Katane e costringendo gli abitanti che erano stati lì condotti da 
			Gerone I° a trasferirsi altrove. Questo permise agli abitanti 
			originari di riprendere possesso delle proprie terre giacché erano 
			stati costretti a rifugiarsi presso Leontinoi (oggi Lentini). 
			     
			Nel 460 a.C. in un tripudio di popolo, Ducezio viene acclamato come 
			Re dei Siculi. Subito raccoglie un folto esercito ed interviene in 
			aiuto del popolo siracusano in rivolta contro la classe dirigente. 
			Nel 459 a.C. decide di passare all’azione sferrando un attacco nel 
			siracusano, nel territorio dell’Ara dei Palici affrontando i Greci 
			ed uccidendo Dinomene figlio di Gerone. Da lì cominciò la 
			ricostruzione di Mene. Sempre nel 459 a.C. distrugge la fiorente 
			città di Morgantina, roccaforte dei Greci; comincia a seguire la 
			costruzione di Palina (odierna Palagonia) nel 453 a.C. e la elegge 
			capitale del suo stato abbandonando così l’antica Mene. Nel contempo 
			ha già conquistato Mozia e Agnone. Le due città furono convinte dai 
			Greci ad allearsi e a dichiarare guerra a Ducezio; sotto la guida 
			del generale Balcone iniziarono così i duri scontri contro l’armata 
			di Ducezio.  
			     
			Nel 452 a.C. anche Syrakusa e Akragas gli dichiararono guerra 
			alleandosi con gli oppressori Greci pensando che sarebbe stata 
			questa la fine del Re Ducezio. Ducezio però, grande motivatore ed 
			abile condottiero sconfisse i due eserciti in un solo violento 
			scontro costringendoli alla fuga. 
			     
			Purtroppo per lui, Siracusani ed Agrigentini si allearono e 
			riorganizzando un valido esercito, in un sanguinoso scontro nel 
			territorio di Nomai (nell’agrigentino) infierirono una pesante 
			sconfitta e a seguire una vera disfatta a Motyon (vicino San 
			Cataldo). 
			     
			Dopo questa disfatta Ducezio, sempre osannato dal suo popolo, viene 
			esiliato a Corinto per volere dei magistrati Siracusani. Egli non si 
			rassegna e medita di ritornare nella sua amata terra. 
			    
			Intanto i Greci iniziano a dividersi il regno di Ducezio operando 
			vere persecuzioni e soprusi sui Siculi. Ducezio a Corinto vive come 
			un Re, ma non dimentica il suo popolo ed abilmente convince i 
			Corinzi ad invadere la Sicilia quale terra ricca di tesori. Viene 
			così nominato comandante e fiduciario dei Corinzi e messo a capo di 
			una flotta per sbarcare in Sicilia. Sbarca, dopo alcuni giorni di 
			navigazione nei pressi di Tindari, parte di territorio non 
			controllato dai Siracusani e dagli Agrigentini, comincia a visitare 
			le città riconquistando l’amore e la fiducia della gente, nel 444 
			a.C. inizia la costruzione della città di Kalè Aktè (odierna Caronia) 
			e nel contempo organizza un folto esercito per attaccare le 
			postazioni Greche.  
			    
			Ormai vicino ai cinquant’anni, Ducezio sente gli acciacchi della 
			vita faticosa condotta fino a quel momento e proprio la sera prima 
			dell’inizio dell’attacco alle postazioni Greche avverte un malore 
			che lo tiene sveglio tutta la notte. Ciò nonostante incita i suoi 
			uomini alla pugna e prima di sferrare l’attacco rivolge loro un 
			caloroso discorso di incitamento.  
			     
			Durante la galoppata sul suolo natio con l’ideale liberatorio della 
			sua terra dagli oppressori Greci, Ducezio viene colto da morte 
			improvvisa. Siamo nel 440 a.C. stesso anno in cui avviene la di 
			distruzione di Palika. 
			  
			Nessuno sa o ricorda dove furono trasportate le spoglie del 
			grande condottiero Ducezio eroe dei Siculi.       
			
			Ducezio, Re dei Siculi, fondò la 
			prima lega della storia: "La Lega Sicula", una sorta di 
			confederazione di paesi e città in quasi autonomia e con un sistema 
			democratico opposto a quello della schiavitù praticato in Magna 
			Grecia. 
			      
			Così va ripensata e attuata la netta contrapposizione, un tempo 
			proposta, fra l'espansione "pacifica" dei calcidesi e quella 
			aggressiva dei siracusani in territorio siculo; la differenza di 
			comportamento tra politica dei tiranni, volta alla costituzione di 
			"compatto dominio territoriale" e politica delle libere pòleis (calcidesi 
			- cioè ioniche o doriche che siano) nei confronti dei Siculi: questa 
			è ispirata al principio dell'autonomia delle città, ed anzi 
			suscettibile di una qualche estensione al mondo indigeno. 
			      
			Ducezio non è un tiranno, nello stato siculo che crea quest'ultimo 
			appare come una realtà policentrica, una "syntèleia" 
			(confederazione) con forte coesione sacrale e istituzionale. 
			L'autonomia da Siracusa sarà garantita dai Cartaginesi ai Siculi , 
			grazie al trattato del 405 a.C. con Dionisio I°. 
			      
			Appunto la vicinanza di Cartagine alla Sicilia orientale, esclude 
			Palermo dal grande gioco politico e culturale della Sicilia 
			classica. Alla fine del VI° secolo, la Sicilia è una terra promessa 
			che affascina gli ellenici per tutto il V°, IV° e III° secolo a.C. e 
			parte del merito per la fioritura di così numerosi e  innati 
			talenti letterari, va anche ai fertili giardini costituiti dalle 
			corti di Siracusa e Agrigento. 
			  
			    
			
			
			Ducezio primo attuatore dell'autonomia. 
			Che non piaceva a greci e romani. 
			. |