.

 

 

Aree attrezzate

Spigolature isolane

Carretto Siciliano

Pupi Siciliani

     Le architetture rurali

 aventi interesse storico o etnoantropologico,

 quali testimonianze dell’economia rurale tradizionale.

    Una gita in auto, una passeggiata a piedi sull’Etna, riservano all’amatore dell’edilizia rurale osservazioni sicuramente interessanti.

   Come avvenne in tutte le parti del mondo prima dell’avvento dei materiali moderni, la materia prima per costruire fu per millenni la pietra che si trovava nei dintorni: ovviamente, sull’Etna, la pietra lavica. Per i tetti si ricorse invece quasi sempre a un prodotto in terracotta, il “coppo”, essendo l’argilla facilmente disponibile appena al di fuori del territorio vulcanico e lavorata da molti artigiani (i “stazzunari”). Ed ecco quindi il caratteristico abbinamento che troviamo in una “casudda” etnea: muri a secco color antracite, e tetti color rosso mattone, il tutto magari impreziosito da licheni giallo-arancio. Così furono costruiti ricoveri e case campestri, palmenti e magazzini, stalle e cisterne, recinti per animali e muretti di sostegno che ancora oggi, parte in uso e parte abbandonati, arricchiscono il paesaggio della “mezza montagna”. Incontrarne è facile un po’ ovunque, ma presso Randazzo si può visitare un intero agglomerato di case omogeneo in questo aspetto tradizionale: Murazzo Rotto.

   Muratura a secco o con qualche mano di malta per i contadini. I ricchi, invece, potevano permettersi delle case più belle, più grandi, ben rifinite e arricchite da terrazze, scalinate e archi: le case padronali. Se ne trovano di splendide nei territori di Viagrande, Zafferana, Linguaglossa e Fornazzo, accuratamente intonacate in colori pastello, crema, celeste o rosa e protette da artistiche cancellate e ringhiere in ferro battuto. La pietra lavica fu anche lavorata da esperti scalpellini, che crearono elementi utili e nel contempo decorativi: chiavi di arco a forma di mascheroni, Si trovano anche nelle strade a basolato lavico di Acireale, colatoi per tini dei palmenti, “scifi” da riempire d’acqua per dar da bere agli animali. La preziosità della pietra lavica oggi impreziosita anche la lavorazioni con maiolica (pietra lavica maiolicata) è attualmente apprezzata anche in Europa. Con la pietra lavica, ci sono artigiani capaci di allestire monili e bigiotteria; in pietra lavica si fanno intarsi pregiati in accoppiamento al vetro tiffany negli arredi d’interni ed altro ancora.

da: le guide del Touring Club

 

Sagre e miti

 

AGRIGENTO